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Giornata internazionale della traduzione


Scrivo da una piccola città della Grecia continentale, Ioannina. (pronunciato ianina, nella parlata locale). Sono arrivata qui esattamente due mesi e due giorni fa per un progetto che ha a che fare con l’educazione non formale in una struttura per minori non accompagnati. Questi due mesi sono volati, ma questa è una parentesi che richiederebbe molto tempo, e forse un'altra puntata. Ora vi dico solo che i ragazzi con cui lavoriamo sono dei mondi profondi e meravigliosi che sto imparando a conoscere. L’ho chiamato lavoro perché, anche se sono una volontaria, l’intenzione e la voglia di esserci sono pari, se non superiori, a quelle che avevo per il mio lavoro precedente. Forse anche questa parentesi richiederebbe uno spazio a sé.

Ma torniamo a noi. La struttura ospita 40 ragazzi circa, sono afghani, siriani, curdi, egiziani, pakistani, irakeni, somali, gambiani. Io, insieme ad altri cinque volontari mi ccupo delle attività ricreative pomeridiane: attività sportive, bricolage, pomeriggi-cinema, giochi da tavolo, qualunque cosa passi di mente a noi o ai ragazzi.



Una mattina, mentre leggevo le notizie mi sono imbattuta in questo articolo sulla giornata mondiale della traduzione (https://www.un.org/en/observances/international-translation-day). Ho capito che parlava di noi, volontari e ragazzi. Ho capito che dovevamo “festeggiarci” e quindi ho scritto due righe.

È passata una settimana da questo anniversario, ma come scoprirete alla fine di questo articoletto, la festa, per noi, non è finita.

Questo posto mi era mancato.


ITALIANO

Farsi, dari, curdo, arabo, pashtu, urdu, mandinka, somalo, turco, greco.

Nel salone si sente musica, nel campo da calcio urla in tante lingue diverse e (per noi) incomprensibili. Tutte queste lingue si mescolano in conversazioni a volte complicate, altre volte sorprendentemente naturali. E poi ci siamo noi, che "aggiungiamo" molto inglese in questo calderone. Il gusto di questa zuppa di lingue cambia sempre. A volte nemmeno te lo aspetti, e di certo non è sempre squisito. Questo accade perché le lingue non sono fatte solo di parole ma costruite attorno ad un vasto mondo di sfumature di significato, abitudini, culture, modi di pensare e ricordi.

Fare due chiacchere sulla giornata o spiegare le regole di un gioco potrebbe richiedere un po' più del previsto perché dobbiamo cambiare la proporzione degli ingredienti: un "pizzico" di urdu adesso, un pochino di farsi dopo, oppure “un goccio” di arabo. La ricetta perfetta non esiste, tantomeno il cuoco perfetto; ma senza i ragazzi non saremmo in grado di aggiungere nessuna di queste spezie.

Oggi è la giornata internazionale della traduzione. Le Nazioni Unite l'hanno istituita per "rendere omaggio al lavoro dei professionisti nel campo delle lingue, il quale ha un ruolo importante nel ravvicinare le nazioni, facilitare il dialogo, la comprensione e la cooperazione, contribuire allo sviluppo e rafforzare la pace e la sicurezza mondiale". Per l'ONU la traduzione è "indispensabile per preservare la chiarezza, un clima positivo e la produttività nel discorso pubblico internazionale e nella comunicazione interpersonale". Hanno scelto il 30 settembre perché è la festa di San Girolamo, traduttore biblico e patrono dei traduttori. La sua lingua madre era uno dei dialetti illirici (un gruppo linguistico dell'odierna Europa sud-orientale), studiò il latino a scuola e imparò l'ebraico e il greco dai suoi studi e viaggi.

Nessuno di noi è un professionista né tratta di pace nel mondo o di diplomazia. Ma nel nostro piccolo mondo noi, volontari e ragazzi, facciamo del nostro meglio - con le nostre conoscenze e a volte con i gesti - e spesso riusciamo a creare un ambiente positivo e inclusivo.

"Promuovendo la tolleranza, il multilinguismo assicura un'effettiva e maggiore partecipazione di tutti [...], così come una maggiore efficacia, migliori prestazioni e una migliore trasparenza", continua il sito delle Nazioni Unite. Inclusione, trasparenza e impegno verso il miglioramento sono valori che trovano applicazione concreta in ogni contesto internazionale, sia esso una conferenza intergovernativa o una partita di calcio tra adolescenti.

Quindi, credo che questa giornata internazionale sia anche per tutti noi, e prima di tutto per i ragazzi che parlano 2, 3, 4 lingue, che - come San Girolamo- hanno imparato durante il loro cammino fino a qui. Sono i nostri ponti verso coloro che hanno meno dimestichezza con l'inglese.

Qui non ci sono interpreti professionisti, ma ogni giorno si celebra la giornata della traduzione. Cerchiamo di tenere il nostro melting pot a fuoco basso, per poter, tutti insieme, aggiustare il gusto a nostro piacimento, facendo in modo che la zuppa non smetta mai di gorgogliare.


I miei compagni di avventura hanno tradotto queste righe nelle loro lingue: spagnolo, catalano, greco, farsi. Le puoi trovare qui: https://www.yce.gr/en/activities/toixos2021/?fbclid=IwAR1e9-kTnrAqv6qDj_U8n5amTjtkyKVBsZF3zyT_DWIGMbD-T1Ukit_J1v4




INGLESE

Farsi, Dari, Kurdish, Arabic, Pashtu, Urdu, Mandinka, Somali, Turkish, Greek.

In the playroom you can hear music, in the football field shouts in many different -for us- unknown words. All these languages intertwine in sometimes complicate, but yet sometimes surprisingly natural conversations. And then there is us, who "add" a lot of English into this pot. The taste of this language soup is never the same, sometimes unexpected, and definitely not always delicious. That’s because languages are not only made of words but of a whole world of subtle meanings, customs, culture, way of thinking, and memories.

Chatting about the day or explaining the rule of a new game may take a little bit longer than expected. That is because we have to change the ratio of the ingredients: a "pinch" of Urdu now, a little bit of Farsi later, or maybe a "splash" of Arabic. There is no perfect recipe, and certainly no perfect cook. But without them we wouldn’t be able to add any of these spices.

Today is the International Translation Day. The United Nations celebrates it “to pay tribute to the work of language professionals, which plays an important role in bringing nations together, facilitating dialogue, understanding and cooperation, contributing to development and strengthening world peace and security.” For the UN translation is “indispensable to preserving clarity, a positive climate and productiveness in international public discourse and interpersonal communication”. They picked 30th September as it is the feast of St. Jerome, biblical translator and patron saint of translators. His native language was one of the Illyrian dialects (a linguistic group from today’s south-eastern Europe), he learnt Latin in school and picked up Hebrew and Greek from his studies and travels.

No one of us is a professional nor deals with world peace or diplomacy. But in our little world we, volunteers and boys, try our best - with our knowledge and sometimes gesture- and often succeed in creating a positive, inclusive environment.

“By promoting tolerance, multilingualism ensures effective and increased participation of all […], as well as greater effectiveness, better performance and improved transparency”, continues the UN website. Inclusion, transparency and improvement are values that apply to every international context, may it be an Intergovernmental conference or a football match with teenagers.

So, I believe this international day is for us all too, and first and foremost for the boys who speak 2,3, 4 languages, which - Like Saint Jerome- they picked up in their journey. They are our bridges to those who are less fluent in English.

There are no professional interpreters here, however, every day is the celebration of translation day. We try to keep our melting-pot on low heat so we, all together, can adjust the taste, making sure that the soup keeps boiling.

Bibliography

https://www.un.org/en/observances/international-translation-day

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